“Che cos’è l’immagine?”
Qualche tempo fa, un amico che gestisce un'interessantissima rivista online di cinema e immagini (acumedellagrume.com - vi consiglio di darci un'occhiata) mi ha posto questa domandona: "Che cos'è l'immagine?". Confesso che mi ci è voluto un po' per capire come approcciarmi alla risposta: "Immagine", dizionario alla mano, è un sostantivo che presenta numerose accezioni e sfumature, anche sostanziali. Avrei quindi dovuto rispondere in veste di scrittore? Di fotografo? O magari come "semplice osservatore"? A prescindere da quale lato la si voglia scrutare, la materia è particolarmente ostica per chiunque si trovi a vivere e operare proprio nell'epoca dei mass e social media. Sarebbe un po' come chiedere a un pesce rosso di descrivere la sua boccia di vetro o a un criceto la sua ruota... Di immagini siamo costantemente circondati e bombardati: ormai ne siamo assuefatti.
Bene, mi è bastato abbozzare una risposta per capire che non sarei mai stato in grado di liquidare il tema con poche parole: troppo intrigante per uno come me – che tra le immagini “ci sguazza”! - e tanti gli spunti da approfondire. Inconsapevolmente, il caro Daniele mi aveva fornito un ottimo argomento per i lettori del PoeBlog… E così, come in un gioco di scatole cinesi, la risposta è diventata un post.
Di seguito proverò a restituirvi la mia personalissima visione sulla questione.
L'immagine è comunicazione
Pittori, fotografi, registi e disegnatori lo sanno bene: nulla come un'immagine forte, simbolica o evocativa ha il potere di veicolare emozioni, scuotere gli animi e arrivare nel profondo. Cos'è rimasto delle proteste di Tienanmen se non la foto di quel “Rivoltoso Sconosciuto” immortalato di fronte ai carri armati? Per cosa sarebbe ricordato Munch se non avesse mai impresso su tela l’angoscia di un “Urlo”? E ancora, se vi dico “Roma” che cosa vi viene in mente? Forse San Pietro, più probabilmente il Colosseo. Psycho? La scena della doccia! Pensate poi alla Gioconda: un’icona universale, la cui fama ha perfino superato quella del già celeberrimo “papà” Leonardo. Siamo programmati per giudicare il mondo attraverso ciò che vediamo e, che ci piaccia o no, lo facciamo continuamente. Ognuno con i propri filtri e con la propria sensibilità; nessuno può però considerarsi immune dall’influenza che le immagini hanno sul proprio vissuto, anche interiore. Un tempo, non a torto, si diceva “occhio non vede, cuore non duole”... Provare per credere.
L'immagine è identità
L'abito non farà il monaco, ma l'immagine che scegliamo di mostrare al mondo ci identifica e suggerisce il ruolo che intendiamo ricoprire nella società. Non mi riferisco solo alle scelte estetiche o agli stili d’abbigliamento, ma anche (e soprattutto) al nostro modo di interagire e di presentarci. Più o meno volontariamente, siamo tutti dei brand ambulanti e, come ogni marchio, abbiamo il nostro target. Non possiamo piacere a tutti, ma sicuramente ci sarà una "fetta di mercato" adatta a noi. Basta conoscerla, e poi conquistarla - grazie anche alla nostra immagine. Se saremo brand anonimi o storie di successo, tanto dipenderà (anche) dalla nostra strategia di “marketing personale”.
L'immagine è manipolazione
Proprio perché, come falene a una lampadina, siamo naturalmente attratti da certi "canoni" – estetici e non –, le immagini sono il medium d’elezione per condizionare le scelte delle persone e la coscienza dell'opinione pubblica. Propaganda e pubblicità dunque: che c'è chi grazie a una scrupolosa scelta d'immagine ci ha costruito imperi economici, politici e religiosi. La lista, va da sé, sarebbe chilometrica; magari un'altra volta...
L'immagine è memoria
La nostra mente è fatta così: ci fa rivivere il passato proiettando davanti ai nostri occhi "diapositive" di vita vissuta - anche quelle che avremmo voluto cestinare. Una risorsa, certo, ma anche una condanna. Per lo stesso meccanismo, l’immagine è però anche fonte d’apprendimento. Personalmente ho sempre trovato molto più utile (e divertente) studiare determinati concetti con l’aiuto delle immagini. Ricordo con nostalgia e “affetto” i miei libri di scuola, ricchi di schemi, diagrammi, figure e fotografie. I concetti affiancati da immagini mi entravano in testa in modo decisamente più efficace e permanente. Questo forse dipende dal “tipo di memoria” - e la mia deve essere particolarmente “visiva” -, resta il fatto che la didattica per immagini è da sempre considerata un valore aggiunto. Un motivo ci sarà.
La risposta
Volendo riassumere, potrei dire che l’immagine è un elemento essenziale per l'essere umano. Essa è figlia della luce e, dunque, della vita. Se infatti provo a immaginare “l’eterno riposo”, altro non vedo che un buio assoluto, totalizzante e perpetuo. Però anche l’acqua è vita, eppure berne 10 litri al giorno non sarebbe affatto salutare. Forse dovremmo solo imparare ad assumere i nostri “2 litri di immagini” quotidiane, possibilmente scegliendo quelle che ci depurano ed evitando quelle che ci intossicano. Idratiamoci di bellezza, di conoscenza, di curiosità, di verità.
E ora che finalmente ho trovato la mia risposta, la vostra - se volete - lasciatela nei commenti.
(foto di copertina: "Narciso", Mattia Urlotti)